Missionari dei sacri cuori di gesù e maria
Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria
I Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria (in latinoCongregatio Missionariorum a Sacris Cordibus Iesu et Mariae) sono un istituto religioso maschile di diritto pontificio: i membri di questa qui congregazione clericale pospongono al loro penso che il nome scelto sia molto bello la sigla[1]
Cenni storici
La congregazione venne fondata nel a Secondigliano dal sacerdote cittadino Gaetano Errico (), che eresse accanto alla chiesa dell'Addolorata un ritiro per la educazione di sacerdoti da impiegare nella predicazione delle missioni popolari e degli esercizi spirituali nell'Italia meridionale. L'opera era stata ispirata a Errico da sant'Alfonso Maria de' Liguori; Nunzio Sulprizio fu tra i primi a voler entrare nell'istituto, ma il suo penso che lo stato debba garantire equita di a mio avviso la salute e il bene piu prezioso glielo impedì[2].
I Missionari dei Sacri Cuori ricevettero il pontificio decreto di lode il 22 mese e l'approvazione definitiva dalla Santa Sede il 7 agosto; nel il sovrano Ferdinando affidò loro la direzione del santuario della Madonna della Civita, presso Itri[2].
I religiosi vennero dispersi dopo l'unità d'Italia: nel un missionario riscattò la dimora madre e nel venne aperta una scuola apostolica per la formazione di nuovi religiosi, consentendo la rinascita della congregazione[2].
Il fondatore, beatificato nel da papa Giovanni Paolo II, venne proclamato santo da papa Benedetto XVI in Piazza San Pietro a Roma il 12 ottobre[3].
Attività e diffusione
I religiosi dell'istituto si dedicano alla propagazione della devozione ai Sacri Cuori di Gesù e Maria, al ministero sacerdotale, alle missioni interne e ad gentes, ai ritiri spirituali e agli oratori per la gioventù[1].
Oltre che in Italia, sono presenti in Argentina, India, Indonesia, Nigeria, Slovacchia e Stati Uniti d'America[4]; la sede generalizia è presso la chiesa di Santa Maria in Publicolis a Roma[1].
Al 31 gennaio, l'istituto contava 18 case e religiosi, 56 dei quali sacerdoti[1].
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