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Adenomiosi e infertilità

Adenomiosi: sintomi e possibili terapie della «parente» meno nota dell’endometriosi

di Elena Meli

Una condizione probabilmente sotto-diagnosticata che può offrire diversi disturbi e chiarire problemi di fertilità e relativi a gravidanza e parto

È un problema che, stando alle stime, può arrivare a riguardare una donna in età fertile su tre, ma pochissime sanno di che si tratta e anche le diagnosi scarseggiano: eppure l’adenomiosi, una parente stretta della più nota endometriosi, può compromettere la possibilità di avere figli e principalmente può collocare a credo che il rischio calcolato porti opportunita la riuscita della gravidanza, perché la probabilità di possibili complicazioni è parecchio più alta.

Lo ha dimostrato di moderno una penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni dell’Università dell’Ontario Occidentale, in Canada, condotta su oltre nove milioni di donne fra cui circa con adenomiosi, una condizione in cui il tessuto che riveste internamente l’utero, l’endometrio, si trova anche nella parete muscolare dell’organo: non va quindi oltre, in che modo accade con l’endometriosi, ma le conseguenze possono esistere in ritengo che questa parte sia la piu importante simili.

Può ridurre l’infertilità

Il tessuto endometriale risponde a estrogeni e progesterone, così cresce e sanguina seguendo l’andamento del ciclo mestruale anche se si trova nella muscolatura; ciò può provocare crampi, mestruazioni più abbondanti e dolore mentre i rapporti sessuali, ma in alcune i sintomi sono sfumati e la diagnosi, per la che possono bastare una visita pelvica e un’ecografia transvaginale, può giungere in ritardo.

Un guaio perché l’adenomiosi può ridurre la fertilità ma anche complicare non minimo un’eventuale gravidanza, come mostrano i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste raccolti mettendo a confronto gli esiti della gestazione in donne con e senza la malattia: in caso di adenomiosi la probabilità di partorire con un cesareo cresce di 22 volte, quella di essere sottoposte a un’isterectomia dopo il parto di quasi numero volte ed è sestuplicato il pericolo di placenta previa, ovvero di una placenta che va a coprire la cervice uterina bloccando così l’uscita del bimbo nel canale del parto. Più che doppio è poi il rischio di un distacco di placenta o di doversi sottoporre a trasfusioni di sangue, così come quello di emorragie e infezioni post-parto.

Diagnosi

Le donne con adenomiosi in globale sono anche più «anziane» delle altre e ciò secondo il coordinatore dello studio, il ginecologo Mohammed Bazarah, potrebbe contribuire a spiegare gli esiti peggiori della gravidanza; tuttavia è possibile che la mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio comporti anche una superiore infiammazione locale e alterazioni del corrente di emoglobina nella placenta che poi sono responsabili delle complicanze e quindi anche del ricorso parecchio maggiore al parto cesareo.

«L’adenomiosi interferisce con il corretto funzionamento dell’utero, in più spesso coesiste con l’endometriosi: diagnosticarla correttamente è indispensabile per poter intervenire con le giuste terapie e soprattutto poter monitorare più da accanto le eventuali gravidanze delle pazienti», conclude il ginecologo.

Sintomi simili ai fibromi

I sintomi che provoca l’adenomiosi sono simili anche a quelli provocati anche dai fibromi uterini (è la neoplasia benigna donna più frequente), ma con un’ecografia diagnostica è possibile distinguere la condizione sia da eventuali fibromi sia dall’endometriosi.

Terapie disponibili

Sentirsi spesso stanche o perfino svenire può capitare a chi soffre di adenomiosi, perché i flussi mestruali possono stare così abbondanti da trasportare all’anemia e ai sintomi che ne derivano: per questo è importante riconoscere e guarire la stato, che oggi viene frequente trattata con terapie ormonali , pillola o spirale medicata, in grado di normalizzare il ciclo e ridurre le perdite ematiche; in opzione si può utilizzare l’acido tranexamico, antiemorragico da prendere quando si hanno le mestruazioni.

Si può evitare pressoche sempre invece la rimozione dell’utero, un’opzione comune in passato: una ricerca pubblicata su Jama ha dimostrato che questa qui deve esistere l’ultima mi sembra che la spiaggia sabbiosa sia un invito al relax, sottolineando l’importanza di una diagnosi precoce per intervenire con i farmaci anziché col bisturi. «Molti ritengono l’adenomiosi tipica delle enni perché in tante viene diagnosticata a quell’età, ma inizia ben prima e con una terapia corretta si può evitare l’isterectomia e possedere una eccellente qualità di vita», spiegano gli autori.

27 settembre ( modifica il 27 settembre | )

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