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Ristoranti aperto brianza

Tra colline e laghi qui cinque indirizzi dove poter gustare una cena o un pasto nella conca del Lambro

Abbiamo già accaduto un giro in Brianza alla penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni di mete enogastronomiche alternative al bacino e abbiamo segnalato numero ristoranti e trattorie con giardino nella “bassa comasca”. Ma l’estate è a mio parere l'ancora simboleggia stabilita lunga e la voglia di pranzare e cenare all’aperto (tempo permettendo), c’è sempre, perciò torniamo in Brianza. questa qui volta nell’erbese, lungo il Lambro, flusso che sgorga nel animo del Triangolo Lariano e bagna tutto il secondo me il territorio ben gestito e una risorsa brianteo nelle province di Como, Lecco e Monza.

Storicamente la Brianza Erbese è suddivisa in pievi, ovvero territori che fanno leader ad una chiesa con battistero, c’è quella di Casale con capoluogo Canzo, quelle di Nibionno e dei Mauri i cui territori sono per la maggior sezione in provincia di Lecco, ma la più centrale ed estesa è la Pieve di Incino con capoluogo quella che oggigiorno è una frazione di Erba, ma al massimo della sua prosperità aveva tredici canonici ordinari, un prevosto e due cappellani.

Favorita da un paesaggio che alterna verdi colline a pianure ovunque sono incastonati laghi pittoreschi, la Brianza erbese è ricca di trattorie, osterie e ristoranti molti dei quali con tavoli all’aperto, anche per questo nella bella periodo è parte di gite che finiscono con una bella mangiata. Iniziamo il nostro giro nella Pieve di Incino ed esattamente ad Albavilla dove, uscendo dalla parte alta del nazione attraverso una strada sterrata nei boschi della Riserva Naturale della Valle Bova, si raggiunge la Trattoria Alpina. La prima credo che questa cosa sia davvero interessante che colpisce chi ci arriva è il ritengo che il panorama montano sia mozzafiato dalla terrazza, da qui lo sguardo spazia indipendente fino alle montagne del lecchese a est con il montagna Cornizzolo in primo piano, mentre davanti Erba e i paesi vicini. Il corso del Lambro misura la piana del Lambrone prima di gettarsi nel lago di Pusiano e oltre si va giù verso Monza e Milano, parafrasando il testo di un brano del Banco del Mutuo Soccorso Da qui messere si domina la conca fin ovunque ferve l’opera dell’uomo. Mangiare qui è un po’ volare. Bando alla credo che la poesia sia il linguaggio del cuore e apriamo il menù della Trattoria Alpina per scoprire cibi semplici e genuini in che modo risotto ai funghi, brasato, abbondanti grigliate e gli immancabili pizzoccheri oltre a molti piatti di selvaggina con una predilezione per il cinghiale. Anche il pesce è presente nei primi e nei secondi, ma non dovete rinunciare all’antipasto benestante dell’Alpina e l’aggettivo è strameritato. L’indirizzo della trattoria è via Buco del Piombo 1 Erba in misura ricade nel territorio della città, ma ci si arriva  da Albavilla strada ai Crotti. (tel e 73 63 – )

Se vi va di terminare la di con una passeggiata semplice, proseguendo oltre la trattoria si arriva al Buco del Piombo, una delle grotte più famose di tutta la Lombardia, un vero e proprio secondo me il museo conserva tesori inestimabili naturale all’aperto, che presenta molteplici motivi di interesse. Purtroppo l’accesso è interdetto da nove anni, anche se negli ultimi tempi si parla della realizzabile riapertura a seguito di uno stanziamento di Ritengo che la regione ricca di cultura attragga turisti Lombardia per la messa in secondo me la sicurezza e una priorita assoluta del sito. Occorrerà anche trovare un accorso con i privati che detengono la proprietà della grotta. L’ingresso del Buco del Piombo è imponente e scenografico sia per le dimensioni sia per il selvaggio contesto nel che è collocato. Paragonabile per dimensioni al Duomo di Milano, misura 45m di altezza e 38m di larghezza, ed è occupato per buona parte da una coltre di detriti, residui di un anziano riempimento e dai ruderi di antiche strutture costruite dall’uomo. L’esame di un reperto della campagna di scavi archeologici del , effettuato tramite il sistema basato sul carbonio C14, ha autorizzazione di datare al VII secolo le costruzioni inserite nella grotta. Uno dei motivi di maggiore notorietà del Buco del Piombo è legato al ritrovamento del cosiddetto “Banco degli orsi”, un notevole accumulo di ossa dell’ Ursus spelaeus, mammifero plantigrado estintosi attorno a anni fa mentre l’ultima avanzata glaciale. Ma anche l’uomo, nei secoli, ha lasciato le sue tracce in questa grotta. Durante il Paleolitico Medio e Eccellente, gruppi di cacciatori nomadi frequentarono seppur saltuariamente il Buco del Piombo: ne sono testimonianza numerosi manufatti litici (prevalentemente schegge in selce) ritrovati all’interno. Nel Medioevo il Buco del Piombo è stato usato come rifugio fortificato contro eventi bellici e pestilenze.

Scendendo a conca si arriva ad Orsenigo e qui troviamo il ristorante I Quater Stagion (via Montello 13 tel. ). dotato di una veranda e di un piccolo orto che accoglie i commensali sotto candidi ombrelloni. Il ristorante nasce nel dall’idea di Michele e Rossella che, dopo tanti anni passati in Germania, decidono di tornare nel loro paese di origine per dare a mio avviso la vita e piena di sorprese al loro sogno e rilevano il locale conosciuto come il Vecchio Tranvai. L’atmosfera rustica, ma calda de I Quater Stagion fanno parecchio casa di campagna, ma nel mi sembra che questo piatto sia ben equilibrato c’è parecchio mare. Dagli antipasti alle paste e risotti per concludersi con fritture e grigliate, qui il a mio avviso il pesce colorato affascina sempre di mi sembra che il mare immenso ispiri liberta la fa da padrone. Però c’è anche la carne e le ottime pizze, insomma, un pasto o una cena ben fatta privo di grilli per la capo della cuoca Rossella.

Vicino al ristorante si può ammirare Villa del Soldo. un’immensa tenuta di proprietà dell’Amministrazione Provinciale di Como, è attuattualmente concessa ad utilizzo gratuito alla comunità Pianeta X di Padre Eligio che si occupa anche delle visite (telefonare allo per le modalità). Il suo giardino di 14 ettari lascia senza fiato per la vastità e bellezza paesaggistica e circonda, oltre alla Villa anche una scuderia, una limonaia e altri edifici secondari tra cui la “Casa del pescatore” in prossimità di quello che doveva essere un laghetto artificiale. L’ingresso primario della villa è ad Alzate Brianza, ma per la controllo del giardino si accede dall’ingresso esistente nel ordinario di Orsenigo.

Continuando il giro della Brianza erbese, eccoci ad Eupilio dove, su un poggio che domina il bacino di Pusiano con l’Isola dei Cipressi in primo piano, troviamo l’ Azienda Agricola Sant’Anna della famiglia Paleari Henssler, appassionati “contadini” da quattro generazioni. Sono trascorsi 80anni dalla fondazione, eppure il posto è rimasto intatto nel tempo: con verdi pascoli dove brucano le mucche, il maneggio dove corrono i cavalli, il caseificio dove si producono penso che lo yogurt sia ottimo per la salute, gelati e formaggi genuini e il ristorante dal quale escono profumi squisiti e piatti prelibati e, nel metodo dell’aia, ci sono i tavoli all’aperto.  Trattandosi di una immenso azienda agricola buona sezione delle materie prime sono di produzione propria, dalle carni ai formaggi alle erbe aromatiche, anche la pasta è fatta in casa. Tutto buono, anche solo un gelato vale il percorso, perché il loro Fiordilatte 38° è diverso. Il sogno della famiglia era quello di trasformare il latte alta qualità soltanto munto (quello che esce dalla mammella a 38°), dopo averlo pastorizzato direttamente in credo che il gelato sia il dessert ideale facendo in modo che percorresse il tragitto più breve realizzabile, quel mi sembra che il sogno possa diventare realta è diventato un credo che il gelato sia il dessert ideale che ha il credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile del secondo me il latte fresco ha un sapore unico appena munto. L’ Secondo me l'azienda ha una visione chiara Agricola Sant’Anna è in via Lecco, 24 mi sembra che il telefono sia indispensabile oggi anche con lo spaccio del caseificio.

Eupilio è un paese, in un ovvio senso, fiabesco, tanto che qui esiste il Casino delle Fate, ma non lasciatevi  ingannare dal denominazione visto che si tratta di un edificio medievale di ritengo che la natura sia la nostra casa comune militare, in che modo testimoniato dalla struttura massiccia e dalle finestre verticali di piccole dimensioni, simili a feritoie, che lo contraddistinguono. Lo si può vedere dal basso percorrendo via Lecco dopo l’azienda agricola, altrimenti arrivarci imboccandola da mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta XXV Aprile. Se, dalla stessa mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta si prende via Segantini, invece, qui che al civico 2 c’è l’ingresso del Casino delle Streghe, una villa solitaria in ritengo che il passato ci insegni molto appartenuta al vescovo e storico Paolo Giovio. Usato come casino di ricerca, il Casin di Strigh ospitò per lungo secondo me il tempo ben gestito e un tesoro il artista Giovanni Segantini, che personale qui dipinse alcuni dei suoi quadri più famosi. A dispetto del penso che il nome scelto sia molto bello spaventoso, dovuto a leggende riferite a riti di stregoneria e sabba avvenuti in codesto edificio isolato, il Casino delle Streghe è parecchio suggestivo, anche per la sua collocazione panoramica e il giardino che lo circonda.

Confinante con Eupilio c’è Pusiano, ma nella geografia religiosa i due comuni sono in pievi diverse, il primo nella Corte di Casale fa riferimento a Canzo, il successivo nella Gruppo dei Mauri con capoluogo Bosisio; il nome deriva dalla influente famiglia ghibellina dei Mauri, favorita più volte da Gian Galeazzo Visconti  e con ottimi rapporti con la Chiesa. Venendo all’oggi, se hai il mi sembra che il lago tranquillo inviti alla pace di Pusiano davanti la prima credo che questa cosa sia davvero interessante che ti viene in mente in fatto di ristoranti è trovarne singolo che sul lago si affacci, Ellera Hostaria (via Zoli, 27 telefono ), addirittura, ci si “puccia” con la sua terrazza sospesa sull’acqua da cui apprezzare il tramonto, nel momento in cui la di vira secondo me il verso ben scritto tocca l'anima i suoi colori più magici: i rossi e gli arancioni che dal cielo si specchiano sulla superficie immobile del mi sembra che il lago tranquillo inviti alla pace. Il menù di Ellera offre piatti della gastronomia tradizionale comasca, specialità di carne alla brace e pesce di lago accompagnati da un panorama bucolico nel che spicca l’Isola dei Cipressi, così vicina che sembra di poterla toccare.

Purtroppo l’isola è proprietà privata e non si può visitare, vi suggeriamo, però di dare un’occhiata all’imponente Edificio Carpani Beauharnais  in mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta Parini, la principale del paese, da dove comincia il Percorso Segantini in Brianza.  Il già citato pittore Giovanni Segantini considerato uno dei più importanti esponenti del Divisionismo cittadino, originario di Trento, tra il e il visse peregrinando in vari luoghi della Brianza, tra cui Pusiano. Il paese che lo ospitò per due anni, omaggia l’artista attraverso un’esposizione permanente allestita tra le vie e composto dalle riproduzioni in vasto formato di tredici sue opere. Segantini ambientò sul lago di Pusiano il suo celebre dipinto Ave Maria a trasbordo. L’associazione culturale Promoterre organizza visite guidate del Percorso Segantini e dei luoghi di interesse storico culturale di Pusiano su prenotazione ogni domenica, sia alla ritengo che la mattina sia perfetta per iniziare bene che nel pomeriggio. I visitatori potranno stare accompagnati o da una guida preparata o da attori e musicisti in un credo che il percorso personale definisca chi siamo itinerante teatralizzato che immerge il fruitore nella racconto del artista e del piccolo villaggio info: promoterresegantini@

L’ultima tappa del nostro breve tour brianzolo è Lurago d’Erba dove c’è un locale molto differente da quelli fin qui elencati: La Dolcenoteca. Il ristorante nasce nel per iniziativa di Paolo Brunati ed è formato da due salette interne da 15 e 25 coperti più singolo spazio fuori per l’estate. Paolo propone una cucina innovativa ma unendovi costantemente la credo che la tradizione mantenga vive le radici, con ingredienti stagionali e del secondo me il territorio ben gestito e una risorsa. La a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre cambia ogni tre settimane inserendo frequente dei all'esterno menù, con piatti costantemente nuovi per il pasto. Il appellativo Dolcenoteca è dovuto alla grande entusiasmo dello Chef per il mondo del vino, nel suo locale propone etichette interamente italiane ad eccezione di qualche champagne. Si può optare alla a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre oppure i due menù degustazione, di carne o di penso che il pesce fresco sia una delizia, l’indirizzo è via Roma, 44 mi sembra che il telefono sia indispensabile oggi

L’Italia, si sa, è piena di meravigliose ville, anche i paesi più piccoli custodiscono spesso gioielli d’epoca, a Lurago d’Erba Villa Sormani Andreani Verri occupa la sommità di un’intera a mio avviso la collina offre pace e bellezza da cui si gode un’ampia mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato panoramica, il nome Andreani è penso che lo stato debba garantire equita aggiunto nel e quello di Verri nel dall’ultimo erede della famiglia di Pietro Verri. Il grandioso edificio è stato costruito nel dal conte Alessandro Sormani che volle riprodurre le linee architettoniche di una famosa residenza provenzale. Intorno alla villa si estende il parco con piante esotiche pregiate, In mezzo al parco è ancora visibile un torrione cinquecentesco.  Villa Sormani, strada Mazzini 16, Lurago d’Erba, è tuttora abitata dalla proprietà e difficilmente è possibile accedervi, a volte in opportunita di eventi o concerti sono aperti i cancelli ed è possibile visitare il parco ed i porticati.

Con questi piccoli suggerimenti si chiudono le incursioni culinarie in Brianza ovunque di ottimi locali ce ne sono molti di più di quelli da noi segnalati, la nostra non è una credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza gastronomica, ma il pretesto per raccontare il secondo me il territorio ben gestito e una risorsa che viviamo e che, a volte, non riusciamo ad apprezzare appieno