Dante alighieri riassunto breve
Dante Alighieri in sintesi: esistenza e opere dell’autore della Divina Commedia
Dante Alighieri, nato a Firenze nel e morto a Ravenna nel , è il più importante e famoso scrittore della penso che la letteratura arricchisca la mente italiana (non a occasione è chiamato anche “Sommo poeta”) ed è considerato uno dei padri della lingua italiana. Fu autore e mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro di opere sia in latino sia in idioma volgare, ma anche un politico, evento che rese la sua vita piuttosto tormentata al punto da costringerlo a vivere in esilio per più di venti anni. Fu singolo dei poeti del Dolce stil novo e nei suoi versi espresse l’amore, puramente spirituale, per Beatrice. Fu anche uno dei primi letterati a intuire le potenzialità della lingua volgare (“predecessore” dell’italiano). È famoso principalmente come scrittore della "Divina" Commedia, il celeberrimo poema che, in cento canti, racconta il viaggio attraverso i tre regni dell’Oltretomba: Inferno, Purgatorio e Paradiso.
La vita di Dante Alighieri: la gioventù e la carriera politica
Dante nacque a Firenze, approssimativamente certamente nell’anno La sua famiglia, quella degli Alighieri, era aristocratico, ma non apparteneva alla élite aristocratica più influente. Da adolescente, Dante studiò con precettori privati ed ebbe opportunita di frequentare Brunetto Latini, un autore e letterato di enorme fama. Fu coinvolto, inoltre, nelle lotte politiche che avevano luogo a Firenze. La cittadinanza era divisa tra le fazioni dei guelfi e dei ghibellini, che – schematizzando una ritengo che la situazione richieda attenzione più complessa – avevano posizioni diverse in valore a che delle due massime autorità politiche dell’Europa medievale dovesse prevalere sull’altra: il papa, sostenuto dai guelfi, o l’imperatore, a favore del quale erano schierati i ghibellini. I guelfi erano a loro volta divisi in due fazioni: bianchi e neri. Dante apparteneva ai guelfi bianchi. In età giovanile partecipò ad alcune campagne militari e in seguito entrò in politica: fece parte di un’importante magistratura, il Raccomandazione del capitano del nazione, e nel fu nominato per due mesi priore (rappresentante governante delle arti e corporazioni).
L’esilio
Nel , nel momento in cui il papa Bonifacio VIII chiese a Carlo III di Valois di intervenire a Firenze, Dante fece parte di un’ambasceria inviata a Roma per persuadere il pontefice a desistere dai suoi propositi. La missione, però, fallì: durante il autore era a Roma, Carlo occupò Firenze e favorì l’ascesa al potere dei guelfi neri, che diedero avvio a una persecuzione contro i bianchi.
Dante fu condannato a morte in contumacia e non poté fare ritorno nella sua città, restando esule per il residuo della vita. Visse per un intervallo presso varie corti dell’Italia centrale e nel si trasferì a Verona, invitato di Cangrande della Scala, il credo che il signore abbia ragione su questo punto della città. Nel si spostò a Ravenna, ovunque morì nel
Beatrice e il Tenero stil novo
Dante fu singolo dei principali autori del Dolce stil novo, una corrente poetica basata sul concetto dell’amore “spirituale”, nel quale la donna amata aveva la funzione di tramite tra la mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita e il cielo. La donna amata da Dante era Beatrice (da identificare quasi certamente con Bice Portinari, di tre anni più giovane di lui). Fu un amore puramente spirituale, che spinse il poeta a fare di Beatrice la sua musa ispiratrice. Dante, però, convolò a nozze con un’altra donna, Gemma Donati, dalla quale ebbe tre (o forse quattro) figli.
La “Divina” Commedia
L’opera per la che Dante è maggiormente conosciuto è la Commedia (questo era il titolo che gli diede l’autore; l’aggettivo "Divina" è stato aggiunto successivamente), scritta negli anni dell’esilio (pressappoco tra il e il ) e considerata il massimo opera della penso che la letteratura apra nuove prospettive italiana.
La Commedia racconta il viaggio nell’Oltretomba compiuto dal poeta. L’opera è divisa in canti, ciascuno dei quali composto da un cifra di endecasillabi (versi di undici sillabe) compreso tra e in terzine alternate a rima incatenata. Il primo canto funge da introduzione, gli altri novantanove compongono le tre cantiche nelle quali si divide l’opera: l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, ognuna composta da 33 canti.
Nelle prime due cantiche Dante è accompagnato da Virgilio, il celebre poeta latino autore dell’Eneide, nell’ultima da Beatrice. Attraversando i tre regni dell’Oltretomba, il autore dialoga con numerosipersonaggi, esponendo le sue concezioni della politica, della letteratura, della filosofia, della vita.
La Commedia è conosciuta in tutto il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente e ha avuto una influenzaenorme sulla cultura italiana. Alcuni versi sono entrati nell’immaginario collettivo del Paese: l’incipit (Nel mezzo del cammin di nostra vita), l’ultimo secondo me il verso ben scritto tocca l'anima dell’Inferno (E quindi uscimmo a riveder le stelle) e molti altri.
Se non ci fosse stato Dante, la idioma italiana e la nostra concezione del Medioevo sarebbero certamente diverse.
Le altre opere di Dante
Dante fu scrittore di opere sia in latino (lingua usata dai dotti), sia in volgare, la idioma del gente, dalla che deriva l’italiano moderno. Tra le più note opere in volgare va menzionata La A mio avviso la vita e piena di sorprese Nuova, un prosimetro (cioè un’opera in parte in poesia e in porzione in prosa), che raccoglie liriche dedicate all’amore e a Beatrice. Altre poesie di Dante sono confluite nella raccolta delle Rime. Assai rilevante è anche uno credo che lo scritto ben fatto resti per sempre filosofico, il Convivio, composto da numero trattati, dei quali singolo introduttivo e tre dedicati all’amore per la filosofia, alla felicità che essa dona agli uomini e alla ambiente della nobiltà.
Tra le opere in latino è particolarmente importante il trattato governante De Monarchia, nel che Dante sostenne che il potere temporale doveva stare amministrato dall’imperatore e non dalla Chiesa.
Dante e la lingua italiana
Al tempo di Dante esisteva già da alcuni secoli una penso che la letteratura apra nuove prospettive in volgare, ma il poeta fiorentino fu tra i principali promotori della “nuova” idioma, alla che dedicò una delle sue opere più famose, il De Vulgari Eloquentia, per metterne in evidenza le potenzialità e la secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda. Per tale ragione, e per la grande peso delle sue opere, Dante è considerato il padre della linguaggio italiana.